La Chiesa della Sbarra e il Museo dei Paramenti Liturgici
Il 13 maggio 1600, il comune di Panicale inviò un memoriale al Vescovo di Chiusi per ottenere l'autorizzazione a costruire un nuovo santuario, terminato nel 1613. Nel 1618, Papa Paolo V emise un breve per affidare tutti i possedimenti al comune, minacciando di scomunica gli ecclesiastici che si fossero immischiati nella gestione del patrimonio. La facciata porta l'iscrizione "Sub Perpetua Administratione Comunitatis" (sotto la perpetua amministrazione del comune).
La chiesa ha tre navate con cinque altari. L'altare maggiore, dedicato alla SS. Vergine e contenente un antico affresco quattrocentesco, è caratterizzato da quattro angeli dorati e fu completato nel 1786. A destra dell'entrata c'è l'Altare della Concezione, seguito dagli altari di San Carlo Borromeo, San Francesco di Paola e San Filippo Neri, tutti con tele dipinte nel XVII secolo. La chiesa conserva una Via Crucis di 14 dipinti a olio su tela del 1791. Un dipinto della Sacra Famiglia, attribuito a El Greco, si trova all'interno.
Dietro l'altare maggiore si ammira il coro in noce del 1620, mentre nella sacrestia è conservato un paratorio cinquecentesco. Sopra la porta d'ingresso principale c'è la cantorìa con l'organo storico di Adamo Rossi (1798-1800). Al piano superiore si trova un romitorio del XVII secolo, ora spazio museale con arredi sacri.
Museo dei paramenti Liturgici e arredi Sacri
Gli arredi della chiesa sono numerosi: candelabri, tovaglie per l'altare, lampade, baldacchini, statue, calici, patene, turiboli, navicelle, ostensori, reliquiari e paramenti. Il museo è visitabile tramite l'ufficio informazoni turistiche che organizza percorsi storici nel centro storico di Panicale.
L'iniziativa mira a consegnare alla comunità di Panicale e ai giovani un patrimonio solitamente nascosto nelle sacrestie. Lo studio degli oggetti permette di ricostruire uno spaccato della vita dell'antica città e le scelte devozionali dei nostri predecessori.
(Tratto da un testo di Giuliana Nagni, storica dell'arte e del costume)